sabato 31 maggio 2008

Uno dei poeti del sud da mè preferiti: Salvatore Lagravanese

Salvatore è un poeta di un paese limitrofo .Abita in un vicoletto ceco con due due curve a gomito a novanta gradi ,nel centro del paese .Dalla sua stanza vede un orizzonte di case dei vicini.
Parla poco e ascolta molto, ha un animo sensibile e misurato ,e soprattutto rispettoso del prossimo.
Una sua poesia:

Angela

La luna il fuoco l'ape e tu e i nostri baci....
Ed io a misurare le distanze da Venere
Il diametro della tua bocca
E dei tuoi fianchi quasi a sugellare
Il dominio della tua mente sul mio fragile cuore !

Mi ha regalato il suo libro con una dedica .

Forse lui è il Quasimodo delle nostre terre.
Quanti fiori ancora devono sbocciare ,e vivere in queste terre per equilibrare tanto male e corruzione per non essere condotti verso l'autodistruzione ?

3 commenti:

fede ha detto...

La poesia è bellissima ,lo scrittore deve avere davvero una grande anima . I fiori nascono sulla terra ,su tutte le terre ,anche su quella della Campania ,che nn è piu' malvagia e corrotta di altre . (il marcio è ovunque).La tua terra è piena di belle cose : i paesaggi ,il mare ,i profumi,la musica ,i sorrisi della tua gente nelle cui vene scorre quasi sempre l'allegria... la pizza, i dolci . Come si spiegherebbe l'immensa nostalgia che vive chi ,per qualche motivo ,è costretto a lasciarla ? Nella tua Campania ci son stata qualche tempo fa ,mi piacque ...mi piacque girare tra i vicoli di Napoli ...cercavo un Gesu' Bambino nero ( che nn trovai)...mi piacquero le persone che incontrai ,disponibili ,aperte e sorridenti ...insomma ,la Campania ,nn è solo quello che si vede dai telegiornali.I fiori continueranno a sbocciare su una terra che presto avra' la sua rivincita. :)

Diavoletto_Taz ha detto...

Ieri in treno ero mezzo sbronzo.
Trasudavo ancora birra.
Sui nastri trasportatori della metro sembravamo 3 che avevano appena fatto uno scippo.
Che bello.
Avrò dormito non so quante ore.
Per quando riscenderò mi fai trovare una copia del libro che citi.

Adesso, Enzo, pubblica tutti gli scritti che ti dicevo. Quelli degli ultimi anni. Delle notti scarupate sul castello e delle sbronze sotto le stelle nella valle dei morti.

Da quel trenta marzo non saremo più gli stessi.

TaZ

Lucia Cirillo ha detto...

Grazie del passaggio ragazzo del sud. Io corro sempre...però gran parte dell'arrabbiatura mi rimane...ho idea che sia necessario lavorare su più fronti per trovare l'equilibrio. Magari proverò col poeta di cui parli nel tuo post. Un caro saluto e a presto.